di Sergio Di Cori Modigliani
Una trentina di anni fa, un noto industriale, per lanciare sul mercato un suo nuovo prodotto, aveva ideato una pubblicità elementare a costo quasi zero, di enorme effetto. Vendeva pennelli per l'edilizia. Lo spot sembrava ridicolo, ma fu vincente. Si vedeva un muratore che girava per la città con l'aria stanca, appesantito da un gigantesco pennello legato alla schiena. Lo speaker recitava "per verniciare al meglio le mura della vostra casa non avete bisogno di un pennello grande, ma è necessario un grande pennello". Fu un successo grandioso.
Lanciò un nuovo modello di linguaggio reclamistico.
Nella scienza linguistica, questo trucco semantico, si chiama "sineddoche di metonimia", ed è fondamentale nel linguaggio pubblicitario.
Quindi nel marketing.
E in una società come quella italiana, fondamentale nel linguaggio della politica.
Il grande maestro nell'uso di questo meccanismo linguistico è sempre stato Beppe Grillo.
In Usa e Germania dove il linguaggio politico del movimento cinque stelle è stato studiato e analizzato per comprenderne la struttura, l'impatto, il significato, con il vantaggio di non esserne coinvolti in prima persona, i sociologi, gli antropologi, i massmediologi, hanno attribuito (e io sono d'accordo con loro) un'importanza fondamentale all'uso della "comunicazione semantica" da parte di Grillo e Casaleggio.
Perchè la semantica è un'arma fantastica, se la si sa usare.
E' sempre stata l'arma migliore -lo è tuttora- per il M5s.
Da quello iniziale -che ha simbolizzato e rappresentato il passaggio epocale dal Grillo-professionista privato-satirico-comico al Grillo-leader politico-personalità pubblica ("Vaffa day")- a quello trionfale della campagna elettorale del 2013 ("Tutti a casa") il movimento cinque stelle ha mantenuto costantemente una poderosa (nonchè imbattibile) originalità proprio sul piano linguistico.
Ha lanciato un nuovo sistema della comunicazione.
Ha inventato un nuovo linguaggio.
E questa novità si è affermata in rete perchè Casaleggio-Grillo sono stati i primi in Europa ad applicare quello che gli studiosi statunitensi definiscono "the web factor". Il primo in occidente è stato Barack Obama nel 2008, quasi del tutto assente dalle televisioni e dagli annunci a pagamento sul cartaceo. Investì il 90% delle sue risorse finanziarie sulla rete. Il resto è storia.
Il vecchio sistema dei partiti verticali italiani, ha capito in grave ritardo l'importanza del valore aggiunto del M5s e ha cominciato a pedinarlo, seguendo le vecchie, obsolete, retrive strategie marketing berlusconiane che stanno portando al fallimento tutte le sue aziende di comunicazione: hanno cercato e tentato di copiarlo per vanificarlo e disossarlo.
Pensavano, in tal modo, di friggerlo a sole aperto perchè sottraevano al movimento le proprie parole d'ordine più pungenti e vincenti. E così, il tutti a casa se l'è preso Matteo Salvini, l'onestà andrà di moda è diventato il nuovo mantra di Forza Italia -macabro paradosso ma reale- e il rifacciamo il paese riformando lo Stato è diventato il cavallo di battaglia dell'anziano Matteo Renzi. Questa operazione è stata la strategia di base del potere partitico che, negli ultimi 16 mesi, non ha prodotto nessuna idea, nessuna innovazione, nessun cambiamento, in nessun campo. Fanno fede i dati oggettivi: l'Italia va sempre peggio.
E' il paese che sta implodendo, infatti, non il movimento.
L'obiettivo del potere consisteva nel distruggere il M5s senza dover essere costretti a usare i carri armati. Le hanno provate tutte, e lo sappiamo bene, è inutile scriverne l'elenco.
Il 28 maggio 2014, il Giornale, quotidiano di Berlusconi, titolava a caratteri cubitali: "Asfaltato Grillo" identificando il loro tragico risultato elettorale e la totale sconfitta del centro-destra come una loro grande vittoria. Sembrerebbe un paradosso inconcepibile; in termini logici lo è. Non in termini politici. O meglio: oggi, per comprendere la realtà è necessario viaggiare sugli ossimori e i paradossi; è una caratteristica della web new language. Dal loro punto di vista è stato così: una enorme vittoria. La posta in gioco non era nè l'Europa, nè l'economia, nè la tenuta del governo, nè le problematiche sociali degli italiani europei; ciò che contava era eliminare il M5s cancellandolo dal panorama politico per gestire alla grande la definitiva espoliazione della ricchezza nazionale e da lì impossessarsi di tutta l'Europa.
Gli è andata malissimo.
Infatti, si sono incartati.
I bene informati sanno che Matteo Renzi, fino alla fine, strillava che l'unico risultato buono per lui era un M5s al di sotto del 18%; se avesse superato il 20% sarebbero stati comunque dolori.
Poichè non è passato in campagna elettorale il "vinciamo noi" oppure il "noi o loro", il M5s ha ottenuto una cifra intorno al 21,4%.
A quel punto, approfittando della bulimìa delle cifre e della ossessione perversa per i numeri e per le percentuali, grazie alle quali hanno rimbecillito il paese, il potere verticale dei partiti ha lanciato il proprio nuovo programma: "sostenere e diffondere l'idea che il M5s sta implodendo, che è finito, e creare una situazione psico-linguistica per cui quel 21,4% si trasformi nel 2% e il 40,2% del PD diventi, invece, il 90%".
E' ciò che hanno fatto.
Ma che cosa sta accadendo, esattamente?
Come stanno le cose, oggi?
Ciascuno ha la propria opinione, e siccome da diversi settori mi hanno tirato -giustamente- la giacchetta, avendo scritto e firmato il libro "Vinciamo noi" condivido qui pubblicamente la mia idea sulla situazione attuale e sul movimento.
Fine della premessa.
Veniamo ai fatti.
Nel web (questo è il web) il linguaggio funziona in maniera opposta a quello della televisione e della carta stampata.
La televisione, ad esempio, non ha memoria: il web sì, eccome se ce l'ha!
La carta stampata è analitica.
Il web è sintetico.
Quindi, offro ai lettori prima la sintesi per il messaggio che ci si attende:
"Senza Grillo e senza Casaleggio non si va da nessuna parte".
E adesso si può passare all'analisi.
Perchè in rete, prima viene la sintesi, la quale poi partorisce l'analisi: un fatto paradossale inconcepibile per qualunque pensatore fino al 1988.
Non per l'homo electronicus, abituato all'idea della comunicazione on-line repentina, e quindi bisognoso di un risultato immediato che poi produrrà una analisi mediata.
15 anni fa, dopo un catastrofico mondiale di calcio, l'intero management dirigente italiano avrebbe pianto calde lacrime amare in conferenza stampa e ai giornalisti avrebbe spiegato che era necessario riunirsi per produrre analisi ponderate e poi prendere decisioni. Invece, oggi, tutto ciò non è più possibile. Si dimettono subito e poi analizzano perchè si devono dimettere.
Il M5s ha commesso, a mio avviso, un grave errore di comunicazione mediatica nel corso della campagna elettorale aumentando troppo vistosamente la propria presenza televisiva (è una mia opinione personale, si intende). C'è chi sostiene, ancora oggi, "troppo poco in televisione: non ci hanno fatto parlare e abbiamo perso". Secondo me è l'opposto, troppa televisione ha annullato e cancellato in una botta sola il plusvalore del movimento: l'originalità del linguaggio mediatico on-line dell'intelligenza collettiva, costretto a inventarsi sempre e continuamente in maniera creativa suggestioni efficaci e condivise. Questo fatto ha provocato la rinuncia all'affermazione del principio movimentista "la nostra è un'idea di mondo diversa dalla vostra, e in quanto tale non contempla neppure l'esistenza dei talk show perchè per il movimento la memoria è fondamentale, appartiene al proprio patrimonio che ruota intorno alla ossessiva ricerca di "rifondare" l'oggettività per abolire il Falso, e quindi usa lo strumento costante della certificazione elettronica, dell'ora e dei minuti esatti che segnalano il messaggio X del post y inviato nel momento beta a Tizio, attraverso Caio, perchè lo legga Sempronio, e lì ci rimane per l'eternità. Basta fare un adeguato screenshot e salta ogni censura e alterazione della realtà".
Beppe Grillo è un viscerale veloce.
Il suo "vinciamo poi" con aggiunta di Maalox era (a mio avviso, si intende) la sua modalità personale nel chiedere scusa a tutti noi avendo capito che era stato un errore e un trappolone mediatico mandare gli eletti alla tivvù, andarci lui, e partecipare al circo della cupola.
La rete si è indignata.
E' come se a metà degli anni'70 la Opel avesse dichiarato "torniamo al freno meccanico invece che al freno a disco": l'innovazione tecnologica sia in campo energetico che in campo economico, culturale, mediatico, e politico, o la si sposa o non la si pratica.
Non esistono vie di mezzo.
Gli internauti si sono sentiti traditi, e hanno avuto ragione.
La promozione degli eletti M5s ai talk show è stato un ingegnoso trucco da parte degli obsoleti e moribondi marpioni della cupola mediatica per rialzare i loro fatiscenti indici di gradimento, sfruttando il tifo e provocando un grave errore psico-sociale nell'elettore M5s: è passato dalla competenza alla appartenenza, in tal modo privilegiando la faziosità acritica per cui il lunedì la rete e i social netwroks erano pieno di messaggi tipo "non guardate i talk show perchè vi intortano in maniera subliminale" e poi il giorno dopo alle 12, all'improvviso, messaggi del tipo "tutti a guardare Ballarò questa sera perchè parla Di Battista" (o chi per lui). E poi, giù a dare voti, quando invece era necessario sferrare il colpo definitivo dal di fuori. In una celebre puntata di Servizio Pubblico ("celebre" quantomeno per il sottoscritto che lo considera il punto di svolta della comunicazione politica televisiva in Italia) Michele Santoro, nella sua versione "umana", dopo aver offerto una corretta analisi del degrado nazionale e una convincente e davvero seducente interpretazione del genocidio culturale del nostro paese, si rivolgeva a Franco Battiato e diceva con le lacrime (vere) agli occhi "Ma come si fa...che cosa dobbiamo fare per offrire al paese che ce lo chiede una nuova modalità di comunicazione, una forma diversa, legata ai contenuti delle esigenze vere della cittadinanza?". La sua domanda era legittima ma non era autentica; nella sua abile mente perversa, si trattava di piatta retorica. Battiato rispose d'istinto: "Michele, è facilissimo, è davvero molto molto facile: basta non invitarli più"-
Il risultato è stato che non hanno mai più invitato in televisione Franco Battiato per aver osato sostenere questa elementare e giusta argomentazione.
Michele Santoro può rinunciare a Franco Battiato ma non a Daniela Santanchè: questo è il messaggio che è stato dato alla cittadinanza.
Era un segnale d'allarme che andava identificato, ma c'era il buon Travaglio che fungeva da specchietto per le allodole e quindi hanno abboccato tutti, dimenticando l'esistenza di Battiato.
Il M5s ha perso i voti della rete, questa è la realtà, sulla quale invito Grillo e Casaleggio a riflettere, fidandomi della loro acuta intelligenza, essendo entrambi forniti di merito e competenza.
Secondo me (lo ripeto: è una mia ipotesi personale) Grillo lo ha capito subito, ed essendo un animale velocissimo e istintivo in maniera viscerale (goduria e penuria per il movimento, a seconda dei casi) ha colto la palla al balzo dell'immediata telefonata dell'intelligente marpione Farage, arrivata cinque minuti dopo la diffusione dei dati elettorali. Si è precipitato per riconquistare un proprio ruolo extra-cupola mediatica. Ma Grillo, a volte, va troppo veloce. E' partito a razzo senza condividere la sua intuizione che avrebbe potuto anche essere vincente e legittima. Bastava che lo avesse spiegato..
La rete si è offesa.
Questi due eventi hanno spinto inevitabilmente il M5s a trasformarsi in qualcosa che non è mai stato, non è, e spero proprio non diventi mai: un partito come gli altri che non usa il web come strumento bensì come fine.
Davvero tragico.
Ci aggiungo una mia ennesima considerazione personale da non sottovalutare: ci si è messo anche il destino canaglia per via d un guaio sanitario accaduto a Casaleggio. Necessità terapeutiche hanno rubato energia sottraendo attenzione e rigore.
Quindi, paradossalmente, il movimento nato e cresciuto dentro la rete, con la rete, per la rete, si è sentito abbandonato: è comprensibile.
Ne hanno approfittato cani e porci.
E quella che avrebbe dovuto essere l'inizio di una discussione politica ampia e in grande stile è diventata invece la splendida fantasia sognata dalle vecchie cariatidi eliminate dal progresso, e gruppetti, gruppettini, gruppuscoli, hanno tentato di riesumare se stessi pensando di potersi dividere le spoglie del movimento.
Casaleggio e Grillo hanno reagito (vedi post "Il paradiso può attendere") con un classico messaggio da internauti e per gli internauti e per gli autentici movimentisti. Ma non basta.
L'offesa, per gli werb surfers, è grave. Si sono messi in standby.
Il problema c'è, è reale, e ritengo che non sia accorto stimolare il tifo di appartenenza per negare le contraddizioni.
Va risolto.
Penso che tutti noi abbiamo commesso degli errori: il management operativo di Grillo e Casaleggio, gli eletti in parlamento, i candidati alle europee, noi blogger, i surfisti, i meet up.
L'errore non è stato di "singoli": è stato un errore dell'intelligenza collettiva.
Abbiamo sottovalutato la potenza neuronale e subliminale dei cultori dello status quo.
E abbiamo sottovalutato la pochezza della miseria esistenziale umana.
Due gli errori da evitare a qualunque costo, a mio avviso:
1). Chi pensa che il M5s possa fare a meno di Grillo e Casaleggio sbaglia di grosso. Chi li sostiene per fideismo acritico, sbaglia di grosso, il movimento è laico. Chi pensa che senza di loro il movimento è in grado di andare avanti in maniera autonoma, commette un gravissimo errore. Dovendolo spiegare con una immagine, vedo oggi il movimento come una nidiata di cuccioli di leone usciti fuori dalla tana mentre il leone e la leonessa sono andati a caccia per provvedere al cibo per tutti. I cuccioli non sanno che sulla collinetta prospiciente c'è un branco di sciacalli ben allenato, ben foraggiato, che già immaginano di mangiarseli tutti.
Ci aggiungo una mia opinione istintiva: se domani Casaleggio e Grillo evaporano, il movimento dura tre minuti perchè la rete salterebbe addosso agli eletti, gli eletti alla rete, i deputati contro i senatori, gli eletti europei contro gli eletti nazionali e viceversa, mitomani in buona fede si improvviserebbero statisti e mitomani in mala fede approfitterebbero della situazione.
E' ciò che vuole Berlusconi. Ciò che esige Renzi. Ciò che pretende la Merkel.
2). Se Grillo e Casaleggio pensano che non vi sia alcun problema, sbagliano.
C'è sconforto, ed è diffusa tra i militanti (eletti che mugugnano, surfers offesi, cittadini attivisti spaesati, ecc.) una strana modalità emotiva che definirei "caos triste" quindi depresso e non creativo. Riconfermo qui, con questo post, la mia apparentemente anacronistica titolazione "Vinciamo noi" che rifirmo oggi. Non è uno slogan, è una piattaforma di confronto.
Proprio perchè nuovi, futuribili, unica salda forza di opposizione con una ampia visione del futuro, abbiamo tutti la responsabilità civica di prenderci il paese sulle spalle, con l'aggravante che oggi l'italiano medio è ubriaco (come al solito, travolto dalla sua consueta ipnosi collettiva da caro leader. Infantili e cinici per definizione, gli italiani soffrono di Alzheimer sociale e di alcoolismo antropologico, espressione che identifica la capacità nazionale di scegliere spontaneamente di intossicarsi con un veleno sociale nocivo.
Serve un nuovo progetto culturale, e lo dobbiamo costruire insieme perchè è per la cittadinanza, deve essere a disposizione e a favore della cittadinanza, e deve servire come struttura portante per illuminare chi viene sempre spinto nel buio dal potere dominante dell'oligarchia del privilegio garantito. Solo in tal modo riusciremo a trascinarci appresso i dormienti moderati, i supertassati spaventati, i disagiati avviliti e produrre quella necessaria alchimia interiore che possa spostare l'asse di equilibrio da caos triste a caos creativo.
Girano in rete voci e documentazioni sui nuovi eletti europei che confondono l'animo e ottenebrano la volontà dell'intelligenza: necessitano adeguato chiarimento.
E' un imperativo categorico.
Dobbiamo proseguire con l'affermazione del sano e saldo principio della intelligenza collettiva che è la spina dorsale del movimento, per farla diventare quanto prima è possibile un'autentica epopea civica.
E un solido progetto culturale, comprensibile, identificabile, serve per far mettere radici all'epos.
Da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio, perchè mi fido di loro, mi attendo che esercitino con tutta la loro virulenza passionale -che la situazione dell'attuale circostanza impone- una manifestazione di chiarezza e trasparenza che ci mostrino e ci dimostrino la promozione della competenza a danno della piatta appartenenza.
"Vinciamo noi" vale soltanto se e quando affermiamo i principi dell'intelligenza collettiva che, nella nuova fase, non comporta titoli e slogan twitterati: quella è robetta obsoleta nata come coniugazione semantica dell'accordo aziendale tra Berlusconi e Renzi.
L'intelligenza collettiva è sostanziale.
E' basata sul principio per cui non esiste mai nessuno che sa sempre tutto.
Così come va rispettato il principio per cui ciascuno sa sempre qualcosa: così nessuno rimane indietro e tutte le diverse posizioni vengono sintetizzate.
Andando a guardare, oggi, vecchie cassette degli spettacoli di Grillo e Casaleggio prodotti nel 2008 e 2009 e che hanno generato il M5s si comprendono le ragioni del movimento già dal titolo: "Reset" e "Delirio". Il movimento è il frutto della sostanza di quegli spettacoli.
Chi ha il movimento nel sangue sa che appartenere a cinque stelle vuol dire sentirsi come la ragazza dell'immagine in bacheca: da soli, sotto la pioggia sferzante in attesa di un treno che forse passerà, forse no.
Ma il bagaglio parla chiaro sulle intenzioni.
Oggi, vige il delirio.
E' necessario un reset immediato del movimento.
Gli unici deputati e autorizzati a farlo sono Grillo e Casaleggio.
Fidiamoci, dunque, in attesa di decisioni ufficiali che spero verranno entro qualche giorno.
Basta un piccolo spostamento: un grande movimento se lo merita.
Altrimenti si finirà per costruire grandi manovre, all'apparenza ingegnose, che condanneranno il movimento a essere piccolo.
Il movimento 5 stelle non è nato per essere piccolo.
Non è nella sua natura strutturale.